Ponte al mulino

Viabilità a Poggio a Caiano: Dalla Visione del Sindaco alla Sentenza del TAR 

Nel 2024, il cambio della viabilità a Poggio a Caiano è diventato uno dei temi centrali della politica locale (dopo piazza XX settembre...). 

Il sindaco Riccardo Palandri ha da sempre dichiarato una serie, più o meno strana, di modifiche alla viabilità, facendo leva sul suo programma elettorale che prevedeva un'attenzione particolare alla fluidità del traffico e al miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Il suo progetto ambizioso includeva, tra le altre cose, il ripristino del doppio senso di marcia su alcune delle principali arterie stradali del paese, tra cui la SR66, che attraversa il centro e indirizza verso Firenze.

La Visione del Palandri
Il sindaco Palandri ha parlato a lungo delle necessità di rinnovare la viabilità di Poggio a Caiano, puntando sulla riqualificazione urbana e sul miglioramento del traffico cittadino. Una delle modifiche più discusse e criticate è stata quella che riguardava il doppio senso di marcia su via Vittorio Emanuele, che avrebbe dovuto tornare a essere una strada a doppio senso, togliendo gli stalli per la sosta sul lato sinistro. E così é stato. 

Inoltre, il sindaco ha insistito sul fatto che le modifiche erano necessarie per alleggerire il traffico e migliorare la vivibilità delle aree centrali.

In una serie di dichiarazioni pubbliche, ha sottolineato che le modifiche erano frutto di un'attenta pianificazione, basata su dati tecnici e un dialogo costante con gli enti competenti. Secondo Palandri, il progetto avrebbe anche avuto l'approvazione della Regione Toscana e degli Enti gestori, ma la vicenda si è presto trasformata in un flop o similia, apendo un nuovo campo di scontro politico.

L'Opposizione e le Critiche

Il gruppo di minoranza Poggio Insieme ha reagito duramente a ogni progetto del Palandri. In particolare, i membri dell’opposizione hanno criticato la mancanza di dialogo e di consultazione con la cittadinanza

Secondo loro, il progetto non era stato preceduto da un'adeguata analisi dei flussi di traffico e non erano state valutate le conseguenze ambientali dei cambiamenti. La decisione di ripristinare il doppio senso in via Vittorio Emanuele, in particolare, è stata definita come una scelta "improvvisata", senza una base scientifica sufficiente. Però va detto che funziona e che é stata accettata dai cittadini, quasi tutti. Forse meno dai negozianti della via. 

La minoranza ha quindi presentato una diffida al Comune, arrivando anche a rivolgersi alla Procura della Repubblica, chiedendo una revisione dei provvedimenti presi dal sindaco. Le tensioni tra maggioranza e opposizione sono rapidamente salite, con il sindaco che ha risposto accusando l'opposizione di fare un "gioco politico", anziché sostenere le necessarie modifiche.

Il Ruolo della Regione Toscana

Uno degli aspetti più imbarazzanti è stato il coinvolgimento della Regione Toscana. Il sindaco Palandri ha sostenuto in più occasioni che la Regione fosse direttamente coinvolta nella pianificazione della viabilità e avesse dato il suo benestare alle modifiche, in particolare per quanto riguardava il manto fonoassorbente sulla SR66.

Tuttavia, gli uffici regionali hanno smentito queste affermazioni, chiarendo che la Regione Toscana non aveva alcuna competenza in merito alle modifiche viarie locali, dal momento che la gestione operativa della SR66 nel tratto di Poggio a Caiano è di competenza della Provincia di Prato e della Città Metropolitana di Firenze. La Regione, dunque, si è limitata a ricordare che solo proprietaria della strada, mentre la responsabilità per le modifiche viarie spettava ad altri enti.

La Provincia e la Gestione della Strada

La vera competenza sulle strade provinciali e regionali, come la SR66, è della Provincia di Prato. La Provincia ha il compito di gestire e approvare modifiche alla viabilità su strade di propria competenza, come nel caso della SR66, che attraversa il territorio del comune di Poggio a Caiano. La gestione operativa di questa strada, infatti, è una responsabilità provinciale, mentre la Regione, pur essendo proprietaria, non si occupa direttamente delle modifiche infrastrutturali. Evidentemente la precedente amministrazione, forte anche del fatto che il sindaco allora era anche presidente della provincia... aveva seguito una diversa prassi, rispetto a quella seguita (o no) dal Palandri.

Nonostante le rassicurazioni del sindaco, la Provincia di Prato (con presidenza di opposto partito) non ha mai dato il suo benestare ufficiale alle modifiche proposte dal Comune. La questione del doppio senso di marcia sui ponti di Poggio a Caiano (in particolare del Ponte al Molino) ha creato un forte attrito tra Comune e Provincia, con quest'ultima che ha negato il permesso per tali modifiche, sottolineando che spettava alla stessa Provincia e non al Comune decidere in merito.

La Sentenza del TAR

La vicenda si è conclusa con una decisione decisiva del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR). Il 27 febbraio 2025, il TAR ha annullato l’ordinanza del Comune che ripristinava il doppio senso di marcia sui tre ponti, accogliendo il ricorso presentato da sei cittadini di Poggio a Caiano. 

I giudici amministrativi hanno motivato la loro decisione con un difetto di competenza da parte del Comune, che non aveva consultato la Provincia di Prato prima di emettere il provvedimento. In altre parole, il Comune non aveva il diritto di decidere autonomamente su strade provinciali, senza il parere dell'ente proprietario, la Provincia.

Il TAR ha anche sottolineato che l'ordinanza comunale non era stata firmata dal dirigente preposto, come richiesto dalla normativa, ma dal comandante della polizia municipale, un altro errore che ha portato all'annullamento della modifica alla viabilità. Il Comune, pertanto, dovrà ripristinare la situazione precedente e rispondere anche delle spese processuali per un importo di 3.000 euro.


La risposta, purtroppo, sembra essere una sola: la politica miope di chi antepone gli interessi di parte al bene comune. Un gioco di potere che si svolge sulla pelle dei poggesi, costretti a subire le conseguenze di scelte scellerate.

Il ponte, dunque, diventa la metafora di un sistema politico malato, dove le priorità si smarriscono tra veti incrociati e strategie elettorali. Un sistema che non ha a cuore il benessere dei poggesi, ma solo la propria sopravvivenza.

E mentre Palandri e la vecchia amministrazione (oggi ben difesa da orde di avvocati gerontomani da tastiera)  se la contendono a suon di colpe, il ponte resta lì, a senso unico, a ricordarci che la vera vittima di questa farsa è, come sempre, il poggese medio, peraltro difensore d'ufficio e complice di tanta grana.

Anziche' alzare la voce e pretendere di meglio.